“La Rugby Roma e gli uomini che oggi la guidano incarnano quello che il Comitato regionale va ricercando e quello di cui ha bisogno, ovvero chi si mette a disposizione e offre il buon esempio”. E’ anche per questo che la Coppa Lazio, sotto la guida del presidente Maurizio Amedei al campo di Tor Pagnotta, giornata finale dell’attività della Fir regionale, è iniziata con il piede giusto e prosegue con entusiasmo. “Nel nostro concetto di lavoro, il gioco di squadra è fondamentale e proprio dal club è arrivata la volontà di collaborare con le figure di Fabrizio Pollak e del presidente Bobo Corvo. La Rugby Roma oggi è un club ambizioso, sarà la neopromossa delle nostre 5 rappresentanti nel prossimo campionato di Serie A, ma sarà un valore aggiunto perché ci permette di ritrovare un valore storico e una identità mai dimenticata”.
La mattinata di Tor Pagnotta è stata dedicata alla tappa regionale di touch rugby over 42 e alle finali regionali Under 17 e Under 19, due dei fiori all’occhiello dell’attività. “L’attività del touch - dice Amedei - oggi vede il Lazio come regione con più numeri, anche grazie all’inserimento di due squadre campane. Abbiamo intrapreso un’attività di fattiva collaborazione con la Lega touch e questo ci ha permesso, assieme all’alternanza dei calendari, di coinvolgere sul territorio tutti i club. Il pubblico apprezza sempre di più queste attività amatoriali e svilupparla come federazione, quindi con una copertura e una organizzazione più completa, consente un maggiore impatto. E allo stesso tempo abbiamo voluto inserire nel programma le finali di 17 e 19 perché sono categorie che rappresentano un fiore all’occhiello del Lazio, basti pensare alle due finali nazionali conquistate rispettivamente da Fiamme Oro e Capitolina. E quindi per i nostri ragazzi queste finali rappresentano una bella occasione e il giusto riconoscimento”. Nel pomeriggio, poi, a chiudere il programma sportivo, le finali di touch del campionato regionale di Serie C.
A Tor Pagnotta la Fir Lazio ha trovato terreno fertile per l’organizzazione, che, come tiene a sottolineare Amedei, muove un vero e proprio esercito: “Sono 27 i volontari che arrivano da quelli del gruppo stadio Olimpico, dall’elenco dei romani e laziali, ai quali si aggiunge il gruppo di quelli forniti dall’Università di Tor Vergata del loro primo corso a indirizzi sportivo. Assieme al personale della Rugby Roma viene seguito passo passo e minuto dopo minuto ogni momento della giornata: dagli spogliatoi, alla club house, dal terzo tempo alle partite, per le quali è coinvolta del resto tutta la struttura tecnica del comitato regionale”. Per fare una bella festa, in effetti, serve molta organizzazione. E farlo sotto le insegne della Rugby Roma regala anche un po’ di storia in più.
