L’ultima di campionato a Messina gli ha regalato l’esordio in prima squadra. E se l’ultima di Serie B potrà poi trasformarsi nella prima di Serie A, dipenderà solo da lui. Federico Chiodi, 20enne di Giardinetti, mediano di mischia e capitano dell’Under 19, domenica ha bagnato il suo esordio con i grandi e festeggiato con una vittoria la scelta dell’head coach Daniele Montella. “L’ho saputo direttamente venerdì sera prima dell’allenamento, quando Daniele ha chiamato da una parte quelli che sarebbero partiti per la trasferta dividendo il gruppo in due”, racconta Federico. “Non me l’aspettavo, mi sono un po’ emozionato. Come in partita: quando sono entrato l’emozione è stata grande, per fortunai compagni mi hanno incoraggiato e applaudito e mi sono sciolto. Penso di avere fatto bene e poi è arrivata anche la vittoria”.
Il campo di Tor Pagnotta lo aveva conosciuto una volta da avversario, prima di diventare un giocatore della Rugby Roma un anno fa. “Sono cresciuto tra Frascati e Tor Tre Teste e ricordo di avere visto da piccolo questo campo, era ancora molto diverso. Oggi è diventato un bel posto da vivere e in cui allenarsi bene: è molto di più che un campo, la club house è bellissima con tutte quelle foto e le maglie del passato. Il mio angolo preferito resta però lo spogliatoio, perché è il posto dove inizi a vivere la partita, dove rifletti, dove ti stringi ai compagni dopi una vittoria o una sconfitta”. Alla palla ovale lo ha indirizzato papà Fabio, che non ha mai giocato, ma che è sempre stato legato alla Rugby Roma. “Mediano di mischia mi hanno messo i primi allenatori, ora è il ruolo che ovviamente mi piace: sei il connettore tra avanti e trequarti. Fisicamente non sono grosso, anzi, sono uno dei più piccoli, quindi non è facile comandare la squadra: ma il mio ce lo metto e i compagni sono tutti molto disponibili, ascoltano, sappiamo imparare tutti gli uni dagli altri. Montella? Ti da quei piccoli consigli che possono sembrare dettagli, ma che se li metti in pratica ti fanno cambiare le cose. E’ un bravissimo allenatore e soprattutto sa come farci vincere. Il mio punto debole? Il fisico, ma a favore ho la rapidità”.
Adesso però bisogna cominciare a pensare alla prossima stagione e magari a diventare un punto di riferimento anche per la prima squadra in Serie A: “Mi aspetto un livello più alto sia per la seconda squadra in Serie C che ovviamente per la prima. Ma significa che potremo giocare partite di maggiore qualità per raggiuntere obiettivi più grandi. Io vorrei continuare a crescere e arrivare al livello massimo del rugby italiano”. Senza dimenticare lo studio. “Sono al primo anno di scienze motorie, poi mi piacerebbe insegnare nelle scuole, perché bisogna avvicinare allo sport soprattutto i bambini”. Come Federico Chiodi, che magari da bambino sognava di giocare a rugby e oggi si ritrova a guardare da vicinissimo la Serie A.