Vision

Raggiungere un ruolo prominente, influente, rispettato e distintivo nel mondo del rugby provvedendo la migliore istruzione Rugbistica possibile fornendo ad ogni giocatore, adulto o minore, l’opportunità di realizzare il proprio potenziale individuale.
Ispirare le vite delle persone attraverso la forza del rugby generando così il nostro lascito.
Preparare i nostri giovani ad essere membri positivi e produttivi della società, utilizzando il Rugby quale veicolo per coltivare lo sviluppo personale e formare il carattere.

Mission

Coltivare e promuovere i valori chiave dello sport espressi attraverso il Rugby, come strumento di supporto educativo alla vita.
Essere il mezzo per incidere positivamente sul territorio in termini sociali e di salute.
Incrementare e migliorare l’immagine, la reputazione del rugby e della Rugby Roma Olimpic Club 1930.
Evolvere e sviluppare la comunità del Rugby, facendo sì che la Rugby Roma Olimpic Club 1930 venga scelta dalle famiglie come una casa di amici, per divertirsi, crescere insieme ed essere fieri di farne parte.
Ispirare nei nostri atleti una forte etica del lavoro, ove disciplina, integrità, onestà, umiltà e passione si fondono nella forza del carattere.

Valori Chiave – QUESTO È IL RUGBY
Il Rugby ha, attraverso i suoi valori, una forza unificatrice. Aiuta a sviluppare i caratteri dei giocatori e dei partecipanti. Gli aspetti sociali del gioco rappresentano un grande beneficio per la comunità e per la società.
Il Rugby è uno “stile di vita.

I valori distintivi sono:

Gioco di squadra e Sostegno, Rispetto, Divertimento, Disciplina e Sportività

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Quando iniziare a giocare?

Il minirugby è da anni introdotto in Italia e già dal compimento del terzo anno di età è possibile praticarlo, naturalmente le regole sono diverse e nelle prime fasi la pratica del rugby equivale a momenti ludico-motori, giochi con la palla ovale  con delle regole molto semplici.

Il bambino che gioca a Rugby impara a correre con la palla, a fermare l’avversario che è portatore di palla e a superare la linea di meta.Acquisisce quindi le modalità per una corretta corsa ed un corretto modo di cadere se placcato e comincia ad acquisire capacità di destrezza per evitare di essere bloccato dall’avversario. Inoltre comincia ad acquisire il concetto di disciplina in campo dove non si deve mai protestare ne reagire e imparare a controllare le reazioni.
Con il minirugby inizia una vera e propria scuola di vita.

Tratto dall'articolo Perché giocare a Rugby del Dott. Marco Cappa (Dipartimento di Medicina Pediatrica, Ospedale Bambino Gesù)

Tutti possono giocare a Rugby?

Si, dato che c’è notevole differenza fra i ruoli, contrariamente a quello che si pensa un bambino non eccessivamente grande può giocare tranquillamente, svilupperà quelle che sono le capacità per risolvere il “problema” statura e peso.

Ci sono esempi anche a livello internazionale che mostrano come un classico “mingherlino” può giocare contro i sovradimensionati “avanti”. Vediamo ad esempio come nel 6 Nazioni giocatori come il mediano di mischia irlandese Peter Stringer o l’italo-argentino Ramiro Pez riescano ad emergere nonostante abbiano un fisico da comune mortale. Naturalmente non ci sono impedimenti diversi dagli altri sport di squadra, e le limitazioni sono le stesse per quanto riguarda calcio, basket e volley.

Tratto dall'articolo Perché giocare a Rugby del Dott. Marco Cappa (Dipartimento di Medicina Pediatrica, Ospedale Bambino Gesù)

È pericoloso giocare a Rugby?

Il Rugby è uno sport di contatto, e come tale un bambino che effettua tale sport sicuramente si abitua a ricevere e dare colpi.Proprio l’abitudine al contatto fisico che permette ai giovani che praticano questo sport di evitare traumi, e nel contempo a rispettare l’avversario.

Il contatto è ammesso soltanto per chi ha la palla in mano e pertanto ci si aspetta il placcaggio ed è prevedibile che possa cadere con la palla in mano.

Tratto dall'articolo Perché giocare a Rugby del Dott. Marco Cappa (Dipartimento di Medicina Pediatrica, Ospedale Bambino Gesù)

Perché giocare a Rugby?

Appena un bambino vede una palla, in genere non la prende a calci, ma la esplora con le mani la osserva e la lancia con le mani.È naturale che poi impari a correre con la palla in mano. Già questa osservazione fa capire perché l’inventore del Rugby William Webb Ellis, durante una partita di Football prese la palla con le mani e corse fino a portarla oltre la linea di porta. Ciò avveniva nel 1823 nella scuola della cittadina di Rugby e quel gesto spontaneo ha innescato il mondo del rugby che oltre ad essere uno sport è una filosofia di vita.

Per un bambino di 6-7 anni che cosa c’è di più bello che avere la possibilità di correre con la palla in mano, “acchiappare” quello che ha la palla e rotolarsi per terra.

Il Rugby è libertà, scuola di vita e disciplina.

Da un punto di vista medico sportivo è un classico sport aerobico anaerobico alternato, cioè è necessaria resistenza e nel contempo velocità.

Ma diversamente ad altri sport i ruoli determinano un impegno diverso, infatti gli “avanti” devono anche avere qualità di potenza pura, mentre i tre quarti (gli attaccanti) devono avere nel loro bagaglio tecnico oltre a capacità di forza esplosiva “velocità” anche notevole “destrezza”.

Tratto dall'articolo Perché giocare a Rugby del Dott. Marco Cappa (Dipartimento di Medicina Pediatrica, Ospedale Bambino Gesù)

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