Con l’azienda bergamasca una collaborazione voluta dal Professor Adriani: i giocatori sottoposti a test fisici da macchine specializzate nell’analisi dell’anatomia umana. “Erano tutti molto interessati”
“Prevenzione”. E’ questa la parola d’ordine che il Professor Ezio Adriani ha voluto suggerire nel rapporto di collaborazione tra il Policlinico Gemelli e la Rugby Roma. E prevenzione, guarda caso, è la parola d’ordine anche di TecnoBody, nuova collaborazione nell’ambito medico sportivo che proprio Adriani ha voluto per il club bianconeroverde. “Il nostro focus è sulla prevenzione”, ci conferma Giorgio Belli, direzione commerciale per il centro Italia di TecnoBody.
Aziena nata nel 1994 a Bergamo dalla passione di Stefano Mercandelli, oggi amministratore delegato, per lo studio del movimento e per la complessità dell’anatomia umana: dal garage di casa (come Steve Jobs…), durante i suoi studi universitari, Mercandelli, atleta specializzato nel lancio del giavellotto, l'ha fondata ad appena 26 anni, scegliendo come obiettivo una nicchia del settore biomedicale con l’intenzione di portare un nuovo livello di innovazione. E, come ci aveva spiegato lo stesso Professor Adriani, per i giocatori della Rugby Roma la fase che precede l’inizio del campionato di Serie A avrebbe dovuto riguardare essenzialmente lo studio della situazione attuale di ciascun giocatore. “Con i nostri macchinari abbiamo svolto valutazioni funzionali, un’analisi molto dettagliata sul movimento, per capire eventuali deficit muscolari e inquadrare gli aspetti su cui lavorare”, ci dice Belli. “Sono tre i le macchine utilizzate: un tapis roulant per il movimento nella quotidianità e nel gesto sportivo, una pedana mobile sensorizzata per l’equilibrio, da fermo e in movimento, e il D-wall, lo specchio digitale smar per i gesti specifici dello sport, che in questo caso hanno riguardato squat, affondo, test di salto, movimento braccia e spalle”.
I giocatori si sono sottoposti ai test, della durata di una ventina di minuti, con molta disponibilità e curiosità, racconta Belli: “Erano molto interessati al funzionamento, hanno fatto molte domande. È stato un piacere trascorrere la giornata con loro, sono stati educatissimi, rispettosi, curiosi e interessanti”. Anche perché una macchina ti può dare risposte che noin ti aspetti: “Tu puoi avere anche una percezione molto forte su un dterminato aspetto, ma la macchina è in grado di individuare cosa c’è che non va. E i giocatori sono rimasti molto colpiti. Ad esempio, tu puoi pensare di avere un sovraccarico a destra, ne sei convinto, invece dall’analisi emerge un’asimmetria del 4% a sinistra”. Decisamente un bell’aiuto, sia dal punto di vista clinico, che da quello tecnico, con gli allenatori e i preparatori che così potranno avere elementi diversi sui quali lavorare. Adriani ha chiesto due valutazioni, una all’inizio e una alla fine della stagione, “ma probabilmente ne faremo una anche a metà”, dice Belli. Il direttore sportivo Fabrizio Pollak conferma l’entuasiasmo del club e della squadra per l’opportunità di poter prendere parte a un simile processo innovativo nell’ambito della performance sportiva: “I feedback dei ragazzi sono stati estremamente positivi e noi del cloub siamo molto felici di poter lavorare con TecnoBody. Si tratta di un lavoro che siamo certo porterà frutti tangibili”.
Belli il rugby lo conosce, ma che non frequenta più di tanto: “Abbiamo rapporti con molti sport, di squadra e individuale, ma non avevamo mai lavorato con una squadra di rugby di alto livello. Io sono nato a L’Aquila quindi ho inevitabilmente una conoscenza, sono andato a vedere qualche volta l’Italia”. E la Rugby Roma? “Ancora no, provvederò presto”. E allora gli offriamo un suggerimento: domenica 15 ottobre, Tor Pagnotta, Rugby Roma-Napoli Afragola per la seconda giornata di campionato. Sarà accolto con grandissimo piacere.